Mostra temporanea nella cupola
«Divenire — trapassare — divenire» – Stephan Schenk in dialogo con Giovanni Segantini
L’opera Divenire trapassare si basa su due fotografie fatte dall’artista ad una pianta di peonie, all’inizio della fioritura e alla fine, con i fiori già appassiti. Centrale per Schenk, come per Segantini, è il tema della transitorietà. Entrambi la colgono nella sua valenza duplice e solo apparentemente contraddittoria, negativa e positiva: come caducità, precarietà di tutto ciò che esiste, ma anche come flusso vitale che si rinnova eterno, inesauribile. Così, anche se ogni divenire ed essere sono seguiti da un trapassare, questo è punto di arrivo e allo stesso tempo inizio di un nuovo ciclo vitale: “La consapevolezza dello sbocciare e appassire nella natura, che si ripetono ogni anno”, dice Schenk a proposito del suo dittico, “può aiutarci ad accettare benevoli la nostra stessa caducità. E tuttavia il passaggio dal bocciolo al fiore appassito, simile a quello dalla nascita alla vecchiaia, è vissuto anche come un costante commiato da un ideale paradisiaco.”
Nell’opera “Divenire trapassare” Stephan Schenk converte le due fotografie in raffinati arazzi di grande formato. Una delle ragioni di tale scelta è il desiderio di conferire plasticità tridimensionale e un carattere tattile alla natura bidimensionale del mezzo fotografico. Inoltre, vuole invitare gli spettatori a riflettere sul rapporto tra vicinanza e distanza. Più infatti ci si avvicina agli arazzi per osservare i dettagli, più l’immagine di foglie e fiori si dissolve nei fili intessuti. “Si perde di vista l’insieme se ci si lascia coinvolgere troppo dai dettagli”, dice Schenk.
Esattamente la stessa cosa accade a chi osserva le tele divisioniste di Segantini, realizzate in un “tessuto” di lunghe pennellate uniformemente sottili ma pastose: Se ci si avvicina troppo, i paesaggi e le figure si disintegrano in una molteplicità di tratti e la sintesi delle composizioni cromatiche si dissolve in una trama astratta di filamenti colorati. Così ci si rende conto che il realismo mimetico è solo un aspetto della poliedrica arte matura di Segantini.
Giovanni Segantini (1858–1899):
- La vita, 1896–1899
Olio su tela, 192.5 x 321.5 x 6 cm - Sein (La natura), 1897–1899
Olio su tela, 236 x 402.5 x 7 cm - Vergehen (La morte), 1896–1899
Olio su tela, 192.5 x 321.5 x 6 cm
Stephan Schenk (*1962):
- Divenire trapassare, 2016
Dittico, 2 arazzi, ognuno 210 x 285 cm, intessuti in 12 colori.


